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Cucinare è una scienza spetta al cuoco farla diventare un’arte (Gualtiero Marchesi)

La cucina per me è …

Passione

E’ la condizione di chi si trova sottoposto a un’azione o impressione esterna e ne subisce l’effetto sia nel fisico, sia nell’animo.

In cucina la passione si fa protagonista e vive nel piatto infondendo “gusto al gusto”

EMOZIONE

Cercare l’emozione nel piatto è il fine ultimo della cucina.Emozionare è esaltare senzazioni, giocare con la memoria, far vibrare i sensi, Cibarsi è celebrare un rito, percorrendo un viaggio


RIGORE


Significa rispetto delle regole di cucina. Dal rigore nasce il rispetto per l’ingrediente e per il commensale.

Il rigore non ci limita ma ci esalta,da questa intransigenza nasce la pretesa di fare e adoperarsi per il meglio.

Galleria

Alcuni scatti dei piatti che in questi anni si sono succeduti 

Dicono di me

Alcune recensioni raccolte dal sito di “The Fork”

Atmosfera elegante e coinvolgente; servizio accurato e gentile. I piatti proposti, con la loro bontà e bellezza, ti invitano ad un’esperienza polisensoriale devvero intrigante

Simona P.

Un’esperienza che lascia il segno … il cibo è incredibile, lo chef è un genio. Il servizio è perfetto, tutto perfetto! Senza dubbio la più bella esperienza culinaria a Messina. Meraviglioso

Arturo B.


Bel locale in incantevole posizione, ben condotto e sostenuto dallo chef con le delizie di cui è capace.

Esperienza da ripetere

Morena D.

I rivoluzionari di un tempo non erano politically correct, non le mandavano a dire, non usavano le parole giuste, ma argomentavano con cura e cultura e, se necessario, lanciavano provocazioni affrontando il nemico “de visu”. Pasquale Caliri è un rivoluzionario d’antan, non fa cadere crostatine scusandosi con un “ops!”, ma propone piatti realmente provocatori e spavaldi divertendosi a battezzarli con calembour, sovvertendone l’ordine degli ingredienti nella descrizione, mescolando con disinvoltura Francia e Spagna a italiche certezze con l’obiettivo di allertare sensi, scombinare assiomi e scatenare riflessioni. Il suo è un sincero e autentico “Menefotto” del mainstream gastronomico imperante, sostenuto però da tecnica, sensibilità e ironia. Quello che serve, e sempre di più manca, a una ristorazione che ha abdicato alla sua vocazione più autentica perdendo senso, identità e valore culturale.
(Danilo Giaffreda)

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